Ed il modo in cui tu cadrai. Mentre scivola da un cielo chiuso, avaro d’orizzonte, come fosse la fine, un’implosione cupa, un cerchio dal diametro che s’accorcia fino al punto 0 dell’assenza. Temporali. L’immagine più nitida. Gap emotivo. Decadenza e urgenza. Rivoluzioni. Negli occhi incerti sulla direzione. E poi ricordi. La possibilità di rinnovarsi, forse. Accade ai rami. Accade alla luce. Accade al cuore. E non è definitivo. E’ solo possibile. Ciclico. Non fa mai male la verità.
Temporali e rivoluzioni (Via Audio Records) è il secondo disco solista del cantautore milanese Giuliano Dottori. Disco dal titolo ellittico, come certa poesia schiva e solitaria sa ispirare. Perimetro d’intimismo che lascia posto alle riflessioni sulla crisi interiore e sociale, girando la chiave dell’amarezza sul buio dell’individualismo di un’epoca sorda, chiusa dalla siepe della mediocrità, asfissiata dall’inutilità. Uno sguardo in equilibrio delicato tra il dentro e il fuori, con la lucidità di una ricerca che sfiora la resa elusa dalla r-esistenza. Un labirinto simbolico che attraversa il respiro dei versi e l’artwork a cura di Birò.
Dottori sistema dieci splendide canzoni lungo la sua strada, come sassolini bianchi e lucenti. Dieci perché è d’alchemica perfezione. Quella perfezione lieve e poco rumorosa delle voci che giocano col vento morbido dell’autunno, per poi farsi aguzze perché coscienti. Quella perfezione dei suoni che indovinano l’impeto e la quiete. Dieci gemme in forma di canzone, dalla dolcezza di Tenerti stretto un ricordo (il brano dal mood più vicino alle soluzioni dell’esordio segnato da Lucida) all’irregolarità apparente di Chiudi l’emergenza nello specchio, dalle innovazioni accurate di Inno nazionale del mio isolato (riuscite e puntuali le sarcastiche architetture testuali) e di Amuleto (sorprendente l’uso della drum machine) all’eleganza pop di Catene e gioie fragili, dalle intuizioni di matrice radioheadiana di Sirene e vampiri e Le cose semplici (splendida la disgregazione sonora sulla chiosa) ai crescendo misurati de La tua casa è piena e alle atmosfere soffuse e ripiegate di Partenze coincidenze. Il cuore del disco, al centro di un torace d’angelo a forma di fiore di carne, è Non fa mai male la verità, di quella dolce bellezza che soltanto la sincerità può raggiungere.
Affidato alla produzione artistica del visionario Giovanni Ferrario (Scisma, Estra, Morgan, PJ Harvey), Temporali e rivoluzioni è un disco immediato, diretto, conseguenza inevitabile di un’esigenza emozionata. Compagna fedele la chitarra, ma in ombra compiacente quando la composizione sceglie (per qualche brano) i racconti blu del pianoforte.
Una veste rock si adagia sulla delicatezza del talento di Dottori, dotato di una melodia dell’anima che vola alta, in linea d’aria. Come accade agli uccelli che possono andare dove gli pare.
Credits
Label: Via Audio Records / Venus Distribuzione – 2009
Line-up: Giuliano Dottori (chitarre, pianoforte, Hammond, Rhodes, vibrafono, basso, drum machine, percussioni, cori, marimba, voce) – Marco Ferrara (basso, contrabbasso) – Giovanni Ferrario (mellotron, basso, organo, percussioni, chitarra elettrica, solina, cori) – Mauro Sansone (batteria); Antonio “Cooper” Cupertino: noise in Le cose semplici. Produzione artistica: Giovanni Ferrario. Tutte le canzoni sono scritte da Giuliano Dottori a arrangiate con la collaborazione di Marco Ferrara e Mauro Sansone. Registrato alle Officine Meccaniche da Antonio “Cooper” Cupertino e al Mai Tai da Gianluca Mancini. Mixato alle Officine Meccaniche da Antonio “Cooper” Cupertino. Mastering realizzato da Giovanni Versari. Art director e illustrazioni di Birò (www.drawinginthekitchen.com)
Tracklist:
- Chiudi l’emergenza nello specchio
- Amuleto
- Non fa mai male la verità
- La tua casa è piena
- Tenerti stretto un ricordo
- Inno nazionale del mio isolato
- Catene e gioie fragili
- Partenze coincidenze
- Sirene e vampiri
- Le cose semplici
Links:Sito Ufficiale,MySpace
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