La prima decade del nuovo millennio si spegne decretando come genere principe quel post-punk dal sapore revival che ha consacrato icone come i Franz Ferdinand, i Bloc Party e The Killers. Tutti hanno attinto da quell’ humus di poesia interiore che fu dei Joy Division. Quella vena malinconica mista all’impeto di chitarre impazienti e pronte a esplodere graffi d’anima è stata via via persa col tempo da questi gruppi che hanno intrapreso altre strade di sicurezza pop. Dalla Danimarca arriva l’ultimo schizzo di questa onda del passato: The Foreign resort. Il loro sound segue senza alcun dubbio le lezioni della band di Ian Curtis, ma non dimentica anche la scia più dark di band come i Jesus and Mary Chain e Cure. A brani come The Starlit sea e Into Sunshine non si può resistere, dietro c’è un lavoro di chitarre veramente suggestivo con le atmosfere aperte dal synth. Night entrerà come ombra oscura nella stanza dell’ascoltatore attento. Non sono cloni, sono ragazzi cresciuti con il post-punk dentro e sono riusciti con il loro album di debutto Offshore a scrivere una nuova intensa pagina della new wave dei nostri giorni. Passeranno anche in Italia, assolutamente da non perdere.
Credits
Label: Black Nutria – 2009
Line-up: Mikkel Borbjerg Jakobsen (vocal/guitar/keyboards) – Morten Hansen (drums/vocal) – Rasmus Steen (bass/keyboards) – Henrik Fischlein (guitar).
Tracklist:
- The starlit sea
- Into the sunshine
- Towards the dusk
- Night
- Morning
- Opening act
- Lost my way
- Stars & halo
- Relax (it’s only love
)
Links: MySpace
Un solo commento
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