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L’ultima risorsa della new wave viene dalla Danimarca: Intervista ai The Foreign Resort

foreignresort_in1La nuova onda resiste ancora. Il post-punk revival batte ancora un colpo. Il colpo proviene dalla scena danese. The Foreign resort partono dalla tradizione dark-wave dei Cure e Jesus and Mary Chain per approdare alle soluzioni morbide dei New Order. Non inventano nulla ma leggono l’anima di chi non vuole solo fredda sperimentazione ma caldi suoni del crepuscolo interiore. Offshore, il loro debut album, è gradevolissimo ed ha l’unica pecca di non essere piaciuto a celebri riviste inglesi così da essere spinti in tutto il continente. LostHighways disvela quest’altra strada perduta che incrocerà alcuni club italiani nei prossimi mesi del 2010. Non c’è bisogno di andare molto lontano per sentire della moderna new-wave. Quest’intervista vuole approfondire quanta sostanza ci sia nel progetto The Foreign Resort, importato in Italia dalla sempre attenta etichetta Black Nutria.

Come è nato il nome della band The foreign resort?
Mikkel giunse al nome della band quando viveva in Israele. Vivendo all’estero era giunto alla conclusione che essendo via dalla Danimarca fosse meglio di niente. Dopo un attimo però realizzò che altre persone di altre nazioni avrebbero potuto pensare di vivere in un posto differente e migliore. Da questa riflessione saltò fuori The Foreign Resort. Semplicemente vuole indicare ogni posto in cui ci si senta bene vivere, al di là di quello d’origine. Un po’ come dire “l’erba del vicino è sempre più verde”. The Foreign resort potrebbe essere il sogno di chiunque speri qualcosa di meglio altrove. The Foreign resort è sempre un’utopia… un’utopia. E il sogno non è solo il raggiungimento fisico del posto ma innanzitutto una percezione di cambiamento raggiunto nella testa. Il testo di Into the Sunshine riflette questi pensieri al meglio: “Show me the way to the sunshine /show me the way to the foreign resort”.

Sonic Youth, Jesus & Mary Chain and Joy Division. Quali di queste tre leggendarie band potremmo considerare la vostra prima ispirazione?
I Sonic Youth, un po’ meno i Jesus & Mary Chain e per nulla i Joy Division, questo se chiedessi alla band mentre se tu chiedessi a Mikkel ti risponderebbe New Order, che preferisce ascoltare rispetto ai Joy Division. Sonic Youth and The Cure sono stati di grande ispirazione per MIkkel per molti anni. Nel senso che tu potresti dire che l’andamento delle canzoni era destinato a suonare almeno un po’ come queste due band… ma mai lui ammetterà che l’obiettivo era quello di suonare come loro. Semplicemente è un punto di partenza per partorire le canzoni. Poi le influenze da percepire sono mote di più: A Place To Bury Strangers, Skywave, Solar Powered People, Fleeting Joys, Atlas Sound and Autolux che sono tra i vari artisti che  risuonano nelle nostre case.

foreignresort_in2Quali sono i principali soggetti delle vostre liriche?
Amore e politica. Qualche volta misti insieme e qualche volta separati. L’ascolto di Lost my way potrebbe far pensare che si tratti di una canzone per la perdita di una persona amata, invece è realmente riferita alle frustrazioni di un individuo che si sente totalmente estraneo rispetto alla  società.

Parliamo del vostro singolo The Starlit Sea ed il suo bel video?
Il nostro chitarrista Henrik Fischlein ha realizzato il video.  E’ una sorta di presentazione della band. Henrik ha ideato la copertina del disco partendo dalla stessa idea dello scenario del video. Non c’è nessuna storyline nel video e nulla è connesso al testo della canzone. Gli effetti visivi sono solo determinati dai cambiamenti di ritmo e dalla melodia della canzone, come Henrik li percepiva.

Quale canzone può rappresentare pienamente il vostro progetto?
The Foreign resort è un progetto costantemente in evoluzione. Quando lavoravamo a Into the sunshine era per noi come Whiplash per i Metallica. Oggi ci sentiamo più legati ad una dozzina di canzoni. Cambiano ogni giorno. Le nostre canzoni riflettono i nostri diversi stati d’animo, una volta ci sentiamo di buon umore, altre odiamo tutti, altre volte ci sentiamo rassegnati ed altre volte non ce ne frega di nessuno.

Ho notato che avete date in Italia. Come mai avete scelto l’Italia per promuovere la vostra musica?
Fu uno dei nostri amici, membro dei The raveonettes, un paio di anni a raccomandarci l’Italia per i concerti. Ci raccontò di un pubblico  che sarebbe stato per lo più giovane e di spirito rock. Ci aveva convinto quest’ultimo aspetto. Così abbiamo iniziato con due concerti organizzati quest’estate dall’etichetta Black Nutria, composta da persone veramente in gamba e puntuali. Ricordo che al Caino Festival abbiamo suonato davanti a duecento persone ed è stata la prima volta che abbiamo avuto un audience in stage-diving ad un nostro show. Avete una fichissima folla ai concerti.

foreignresort_in3Cosa ne pensate della scenda indie europea e USA?
Sono due scene differenti. Quella europea sembra veramente dominata dalle band anglossassoni. Almeno questo è quello che percepisco dalla prospettiva danese. Così sembra che il suono indie sia quasi tutto lo stesso, non nel senso di monotono ma nel senso dello stile e quindi puoi avere difficoltà a capire da quale terra provenga un gruppo. Solo in pochi riescono a cogliere le sfumature. Prendi noi che ci sentiamo molto british nell’approccio musicale ma nel nostro tour in USA abbiamo incontrato persone che ci hanno riconosciuto un ingrediente nordico della Scandinavia. La scena indie è come tutte le altre scene musicali affollate di band che ritoccano un po’ il suono qua e là per realizzare qualcosa di interessante da ascoltare. Sottogeneri fuoriescono in tutti tempi e ovunque. Noi speriamo di ampliare lo spettro e che alla gente piaccia quello che facciamo.

Quali sono i vostri cinque album della vita?
The Cure – Disintegration; Sonic Youth – Dirty; Entombed – To Ride Shoot Straight and Speak the Truth; My Bloody Valentine – Loveless; Black Rebel Motorcycle Club – B.R.M.C.

C’è qualcosa di interessante nella scene danese oggi?
I nostri amici Kandy Kolored Tangerine suonano un grandioso desert heroin rock. Altre band valide sono Spleen United, The Raveonettes, SPEkTR, Figurines, Powersolo and When the Saints Go Machine. Tutte rappresentano un’onda che riesce ad uscire fuori dalla Danimarca.

The starlit sea – Preview

The starlit sea – Video

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