Voglio essere chiaro fin dall’inizio e raccontarvi quello che penso, ma soprattutto parlare a loro: al quintetto modenese. Non riesco a tenerlo per me, devo buttare fuori quello che mi assilla fin dal primo ascolto di questo ep, devo raccontarvi il suo evidente ed indiscusso difetto. Certe cose vanno fatte e dette a voce alta a costo di sembrare presuntuoso o nel mio caso pretenzioso. Allora fatemi togliere il sassolino dall’occhio e la trave dalla scarpa: come vi salta in mente di fare un disco così bello di solo cinque pezzi? Sul serio, come? Finisce subito, lo capite? Non potete ammaliare, avvolgere, far chiudere gli occhi per ascoltare presi e arresi e poi basta. Vi sembra modo? Ho provato con il tastino loop, ma poi ne voglio ancora, voglio le morbide sorprese a cui ti abitua un ep elegante come questo. Quando si trova un gruppo che al primo ep suona come se fosse un best, sarò anche ingordo io, ma dell’altro ne voglio. Quindi a costo di sembrare dittatoriale: chiudetevi in studio e tirate fuori un album intero. Un’ultima cosa, una precauzione d’uso: One day, We fall in the sea non ti si staccano di dosso. Ascoltate responsabilmente.
Credits
Label: Autoprodotto – 2010
Line-up: David (voce e piano) – Anna (voce) – Lele (batteria e voce) – Ste (chitarra) Andre (chitarra) – Zamba (basso)
Tracklist:
- One day
- We fall in the sea
- The big door
- White boots
- Everything is far away
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