“Come l’anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l’aria circondano il mondo intero” (Anassimene di Mileto, ca. 588-527 a.C.). Una parola: πνεύμα. Una parola non nata, assimilata da voci lontane. Spirito. Anima. Soffio. Respiro. Dentro. Fuori. Ritmo. Ciclo. Evoluzione. Quella dell’umano essere. Quella delle stagioni. Del tutto. Il respiro è al centro di una canzone (Respiro, tratta da Le strade del tempo-2010) e di un video di animazione. Diventa paradigma del “movimento” interiore, in modo lieve e delicato. Con la musica e le parole de Le vibrazioni e con i tratti di BiRò. Tutto si compie nell’arco di un respiro. Nel passaggio dalla tristezza dell’inverno al sorriso della primavera. Dalla fragilità, che sa essere forza, alle radici che indovinano il ri-fiorire.
Abbiamo incontrato BiRò per curiosare nel suo mondo di colori e magiche forme. (Interventi di Fabio Bozzetto e Diego Zucchi di Alienatio)
Come è nata la collaborazione tra Le Vibrazioni e Biró?
È nata per via di un colpo di fulmine! La band ha visitato il mio sito, Drawinginthekitchen, e la cosa che più li ha colpiti è stata un’illustrazione raffigurante un albero, “My family tree”. Così hanno voluto incontrarmi e abbiamo iniziato a collaborare.
Respiro è una canzone che racconta l’inverno interiore e la speranza di una primavera, intesa come rinascita. Il video ha una struttura circolare. E il respiro è l’inizio del viaggio… è un varco, dentro e poi fuori…
Sì… verissimo… la storia di Respiro è nata da un confronto di idee tra me e Francesco Sarcina. La natura, il tempo, il rimettersi in discussione con determinazione, la metamorfosi e i “cerchi che si chiudono” sono temi cari a Le Vibrazioni, sono i temi trattati nel disco. Abbiamo cercato di rappresentarli.
Sei riuscita ad interpretare con leggerezza e delicatezza il senso stesso del “respirare” come evoluzione, vita… e l’hai fatto con il simbolismo delle favole…
Respiro è un pezzo delicato, che parla ad un pubblico eterogeneo. Un’animazione (favola o meno) consente di arrivare a tutti, a tutte le età con modi diversi, e di toccare livelli di sensibilità più o meno complessi. Alcuni componenti della band tra l’altro sono genitori: avevano voglia di raccontare qualcosa anche ai più piccoli.
Così è nata una fiaba leggibile a livelli diversi, dal sapore ancestrale. Nel mondo di oggi esistono ancora in diverse culture i riti di iniziazione, che sono veri e propri viaggi nella natura. Nel video il nostro “uomo qualunque” abbandona per il tempo di un respiro i codici della società “del consumo” e si immerge nella dimensione interiore, colma di archetipi che, in quanto tali, vanno al di là della cultura/società/razza/tempo di appartenenza.
Il cambiamento, la crescita. L’uomo è seduto, il movimento è spirituale. E metafora ne è l’esserino alato che attraversa il tempo, le paure, fino a vivere la metamorfosi…
Respiro è una canzone circolare, e abbiamo rappresentato il concetto circolare del respirare. Mi interessava iniziare e chiudere la storia con una stessa scena e raccontare una metamorfosi. Francesco ha avuto l’idea di questa “zanzarina” che vola tra gli alberi e guida lo spettatore in un viaggio lungo “le strade del tempo”.
Il video inoltre avrebbe dovuto raccontare l’intero disco, così elementi ricorrenti nei testi quali déi, strade, tempo, elementi naturali hanno fatto da sfondo alla storia… ed è nata una sorta di Odissea interiore di un uomo qualunque, un viaggio che trova il suo compimento in una forma naturalmente possibile, una fra tante: un albero.
Per questo video hai collaborato con Fabio Bozzetto e Diego Zucchi, anime dello studio d’animazione Alienatio…
Due persone incredibili, meravigliose, che ho incontrato qualche anno fa grazie a Massimo Giacon, artista e amico comune con cui Alienatio ha realizzato diversi video. Da tempo volevamo fare qualcosa insieme, e dopo aver collaborato per un’agenzia pubblicitaria abbiamo realizzato il video di Respiro. Diego e Fabio animano da dieci anni, destreggiandosi tra carta e computer. Hanno uno stile che trovo poco italiano e molto poetico. E sono anche musicisti!
Mi racconti i colori del video?
Il poco tempo a disposizione e la fluidità del pezzo ci hanno portato a ripiegare su silhouettes nere, fondali acquerellati e giochi di quinte, elementi che richiamano il teatro della prima metà del XVII secolo (che utilizzava scene mobili collegate ad un sistema centrale di controllo, fatto di carrucole e corde, che permetteva l’azionamento di un unico meccanismo per cambiarle completamente in pochi attimi). Fabio Bozzetto ha creato atmosfere cromatiche che permettessero di distinguere a livello sensoriale i diversi “luoghi” del viaggio durante il movimento, veloce e continuo.
Fabio Bozzetto: i colori sono importanti per distinguere i diversi contesti e le atmosfere del video. Così facendo il nostro occhio associa una determinata sensazione ad un colore, e la facilità ad assimilare immagine e musica come un’unità è maggiore. È molto importante seguire l’andamento della canzone, la ritmica e i cambi di accordo per creare immagini e montaggi coerenti. Niente è lasciato al caso. In Respiro è stato tutto molto chiaro per noi: partivamo da una sensazione invernale fredda per concludere con la luce calda e avvolgente del sole primaverile.
Il video è stato realizzato in circa trenta giorni, giusto? Che tipo di difficoltà hai incontrato e cosa ti ha più emozionato?
Sì, è stato molto difficile… animare! È un lavoro che di solito necessita di pause di riflessione, di discussione e prove. Un’altra difficoltà: tradurre in parole quello che avevo in testa, soprattutto i movimenti dei personaggi… mi sono ritrovata a mimare anziché parlare.
L’emozione più grande è stata rendermi conto di aver realizzato due sogni nel cassetto: fare un video animato e curarne la regia.
Diego Zucchi: lavorare velocemente a volte aiuta a sviluppare prima del previsto lo stile e l’impronta del video, saltando vari passi intermedi di ricerca. Purtroppo il lato tecnico del lavoro ne risente, a causa dei lunghi tempi di render. È necessario avere cura dei dettagli, ma il poco tempo ti porta ad essere più selettivo e a stabilire delle priorità. In questo caso il lavoro di tre persone si è combinato bene da subito e il processo è stato indubbiamente più liscio del previsto.
Cos’è l’animazione per te in un mondo che sta sperimentando il 3D?
L’animazione è un terreno di ricerca incredibile e permette di dar vita a tutto ciò che è irreale. È un argomento che sto cercando di approfondire. Può essere utilizzata in ambiti diversissimi, anche nella formazione e nel settore medico.
Il 3D è uno strumento, come il pennello, come la macchina da presa. Utile per rappresentare, affascinare e raccontare. Subisco ancora la potenza del disegno puro, vero, ma il 3D ha la sua praticità e nell’animazione sta aprendo nuove strade sensoriali. Lo apprezzo quando non viene ostentato, o ne percepisco l’inevitabilità.
Anche Biró aspetta Alice in Wonderland?
Certo!!!
Quale regista ami, restando nel mondo dell’animazione?
Ne amo diversi, presenti e passati. Amo le atmosfere malinconiche di Sylvain Chomet, ma in questo momento sono fissata con Michel Gondry e Floria Sigismondi, che usano spesso animazione a passo uno per raccontare mondi tra sogno e realtà.
Cos’è Drawinginthekitchen?
Uno stile di vita, uno stato mentale, una necessità, un sito, un marchio registrato, un network di folli e sarà presto molte altre cose…
Hai immerso i tuoi “disegni” in vari progetti musicali. Come procede Biró? Da cosa si lascia guidare per l’interpretazione di un mondo sonoro? I surrealisti consideravano la musica come una sorta di chiave di volta per l’immagine… è davvero così?
Per me musica e disegno sono nutrimento, lo sono sempre stati e in me dialogano costantemente. Cerco di non lavorare per la musica che non mi coinvolge emotivamente. Quando devo illustrare per un disco incontro i musicisti per raccogliere sensazioni, idee e punti di vista che traduco in disegni, oppure ascolto il disco che devo rappresentare e lascio che le immagini arrivino da sole. Dipende dal tempo che ho a disposizione e dalla fiducia che ricevo dall’artista.
In quali altre forme la Musica è parte di te?
Da diversi anni lavoro sulla voce, seguo laboratori di improvvisazione e ricerca. In passato ho anche collaborato con vari musicisti folk e rock, ma non ho mai preso seriamente in considerazione l’idea di “fare la cantante”, specialmente nella musica leggera. Scrivo testi ma preferisco usare la voce come strumento libero dal linguaggio e dalla forma canzone. Nell’estate 2009 ho incontrato la violinista Tiziana Bertoncini, abbiamo creato un dialogo astratto voce-violino per poche persone ed è stata una delle esperienze musicali più intense della mia vita.
Altre volte agisco in performance di segno astratto e gestuale, seguendo le improvvisazioni di musicisti jazz o di contemporanea. In questi contesti non pianifico, mi limito a decidere il materiale da utilizzare perchè mi piace improvvisare, amo il percorso che conduce al risultato, le sensazioni che si accumulano, l’influenza di spazio e pubblico. Il risultato finale può anche essere “bello” ma conta zero, non è l’opera reale, spesso lo faccio a pezzi e lo distribuisco al pubblico, come “ricordo” dell’esperienza.
“La fantasia è vedere sempre le stesse cose in maniera continuamente diversa, per avvicinarsi di più alla complessità della realtà, che non è mai univoca.” (Tim Burton, ndr).
Per Biró cos’è la fantasia?
Una danza frenetica nella testa.
La capacità di accogliere ed elaborare l’ispirazione.
Un istinto di sopravvivenza.
Titolo: Respiro
tratto dall’album: Le strade del tempo
Regia: Roberta Maddalena
Illustrazioni: Roberta Maddalena (Biró)
Animazioni: Alienatio (Fabio Bozzetto, Diego Zucchi)
Post-produzione: Alienatio
Durata: 4,17
BiRò
www.drawinginthekitchen.com
www.myspace.com/biromusic
Alienatio
www.alienatio.it
Le Vibrazioni
www.vibraland.it
www.myspace.com/levibrazioni