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Primitivi del futuro – Tre Allegri Ragazzi Morti

tarm_10Ormai ne sono passati di anni dagli esordi, ma ancora riescono a stupire. Il rock’n’roll, il punk, il pop, ed ora il reggae. Ma sia chiaro, non stiamo raccontando del tentativo di una band di adattarsi a generi musicali di tendenza seguendo filoni commerciali: tutt’altro. I Tre Allegri Ragazzi Morti andrebbero certamente premiati per lungimiranza e coerenza, perchè osservando indietro la loro storia di musica, immagini e parole, il filo che tiene unito il tutto è ancora saldissimo nonostante la virata musicale. Con questo nuovo Primitivi del futuro, il trio Toffolo-Masseroni-Molteni non si affianca a sonorità reggae e dub, bensì piega questi generi verso la loro stessa personalità: non sono i TARM a scoprire il reggea ma è il reggea a scoprire i TARM, e ad innamorarsene.
La ballata delle ossa apre il disco con lo stile classico della band, ma prima ancora di potersi chiedere “dove sta il ritmo in levare?”, ecco che la chitarra si fa morbida e le percussioni cambiano passo verso un incedere sincopato che accompagnerà tutto l’album. “Se ti sembrasse tutto nero / se ti sembrasse tutto vero / come il mondo adesso è…“: con i colori della musica nera afroamericana ed il dub, i Tre Allegri Ragazzi Morti cercano un nuovo sguardo per poter gustare il mondo. C’è la rabbia, per la prima volta, sgorgante dagli occhi di un non-adolescente. Quindi si può essere allegri ragazzi morti anche da adulti? Certo, ma solo con consapevolezza e senso critico: “E non è il destino… sei tu il tuo nemico!” (So che presto finirà), “e mi sfugge nel presente / la funzione della gente” (La cattedrale di Palermo).
Ossessivo, ripetitivo, mantrico: ogni brano è viziato da ripetizioni di concetti, frasi e pensieri. L’obbiettivo è fissarsi in mente, scuotere, esortare: “Guarda il cielo è rovinato / guarda il campo è rovinato / guarda il mare è deturpato / guarda l’uomo / guarda l’uomo / guarda l’uomo!” (L’ultima rivolta nel quartiere Villanova non ha fatto feriti)
Musicalmente Primitivi del futuro è un disco molto curato, in cui si è voluto esaltare il ritmo, a tratti anche a discapito della melodia: deliziose e coinvolgenti le percussioni che cullano e sgomitano con le graffianti chitarre in levare e le pasciute note di basso. Se si presta un po’ di attenzione, non può passare inosservato il grande lavoro intorno ai testi, poetici e sempre perfetti nella misura, nella scelta, nella metrica. La faccia della luna ne è esempio folgorante: un pezzo incantevole con un ritornello morbido che scioglie la mente.
Sempre più orientato alla narrazione poetica, nella title-track Davide Toffolo si apre a forme lontane dalla canzone. Brano molto vicino al reading di scuola Massimo Volume, Primitivi del futuro apre forse nuove strade per performance live capaci di unire musica, parole, immagini (come già fatto negli spettacoli dedicati a Pier Paolo Pasolini) con l’aggiunta della voce.
Con il prezioso aiuto di Paolo Baldini (Africa Unite) al mixer, i TARM hanno realizzato un album davvero notevole. Sicuramente si tratta del disco più difficile della band, in termini di sforzo di interpretazione e ricerca musicale, come pure in termini di immediatezza. Sicuramente alcuni piangeranno il vecchio sano “bacini&rock’n’roll”, ma a chi non vuole solo ballare, ma dalla musica desidera carpire la poesia e la vita, anche questa volta i Tre Allegri Ragazzi Morti offrono il loro meglio.

Credits

Label: La Tempesta Dischi – 2010

Line-up: Davide Toffolo, Enrico Molteni, Luca Masseroni; mixato da Paolo Baldini

Tracklist:

  1. La ballata delle ossa
  2. Puoi dirlo a tutti
  3. Mina
  4. So che presto finirà
  5. L’ultima rivolta nel quartiere Villanova non ha fatto feriti
  6. La cattedrale di Palermo
  7. La faccia della luna
  8. Questo è il ritorno di Gianni Boy
  9. Codalunga
  10. Rifare
  11. Primitivi del futuro

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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