00:00a.m. L’uomo-farfalla dà il primo colpo di basso. Nelle catacombe del Jail di Napoli inizia la performance dei Drink to me. Il pubblico è ridottissimo ma, come dice il cantante Marco, meglio pochi che ti ascoltano con attenzione che l’indifferenza di molti. Il rock impetuoso dei Drink to me entra e acquista corposità progressivamente nei meandri del Jail. Danzing’on Tv è apertura live che non si dimentica. Drunk-on’s è il country lisergico che non ti aspetti. L’architettura ritmica è una ragnatela che intrappola l’ascoltatore. La batteria è varia e geniale.
Siamo davanti ad un gruppo che sintetizza la new wave dei Joy Division con il post-rock dei Pavement. Frozen George è una hit volutamente da MTV, da classico gruppo indie-rock del mainstream tipo Franz Ferdinand o Arctic Monkeys. I suoni impeccabili. La voce di Marco è elastica, sinuosa e poi rabbiosa quando lo deve essere. Dal vivo più che da questo disco d’esordio Don’t panic, go Organic! ti accorgi che I Drink to me sono un gruppo di esportazione ed ecco che ti spieghi la collaborazione con Andy Savours (dietro al banco mix per Blonde Redhead, Killers e The Horrors). Il live di questo trio di Ivrea è un viaggio post-punk che ti scortica l’anima. Insane è un vortice di suoni dove l’ascesi di batteria è vitalità allo stato puro. Ci guardiamo intorno e ci chiediamo se siamo in qualche club di Londra o Amsterdam ad ascoltare qualche band che diventerà la next big thing di NME! Because Because è la pace e la sensualità che ti morde la schiena, una dolce ballad che sfocia nell’impeto travolgente di pezzi come Put Your Head in the Sky e I Love My Job, esperienze soniche live, assolutamente da non perdere. Il live si conclude con lo slogan di uno dei versi della intensa Cinebrivido: I FEEL THE UNIVERSE. Era solo la seconda data del The Organic Tour. Ricordatevi questo nome Drink to me. Ripeto Drink to me. Foto di Corrado Lorenzo Vasquez.