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“Troppo pop per le “Indie”, troppo “indie” per le major: intervista a Andrea Comandini (Marquez)

mq2Da tredici anni i fratelli Comandini propongono un pop-rock algido e leggero dai chiari-scuri nostalgici. Prima Ivan Graziani, poi Omar Pedrini e Gianni Maroccolo hanno provato a soffiare vento nelle vele di questa band romagnola che non ha mai smesso di crederci. Sposando la politica radioheadiana del donationware, in aprile i Marquez hanno pubblicato il loro ultimo lavoro Il rumore migliore, anticipato da l’ep in free-download L’anno del toro di altrettanto valore. Siamo davanti ad un pop cantautorale che non segue le mode del momento, ma è frutto della genuinità dell’essere artigiani della canzone al servizio dell’emozione. Definire i Marquez è difficile e in questo caso non è un difetto ma un pregio. LostHighways ha voluto approfondire il piccolo mondo di questa interessante band con il leader Andrea Comandini.

“Troppo pop per le “Indie”, troppo “indie” per le major. La verità è che adesso mentre ritaglio, spedisco, duplico e accrocchio, scopro la reale distanza tra la musica vissuta come una necessità e tutto il resto, scopro che probabilmente mi interessa che questa distanza rimanga”. Possiamo approfondire questo pensiero pubblicato sul vostro sito a proposito dell’ultimo lavoro Il rumore migliore?
Credo di avere fatto insieme ai miei compagni di viaggio un percorso coerente, un percorso di ricerca nell’ambito di una forma canzone tradizionale del quale Il rumore migliore è una tappa molto importante e allo stesso tempo molto pericolosa da considerare per le poche, stremate realtà discografiche rimaste. Pensavo a questo, al fatto che questa musica è frutto di un esigenza viva, resistente, che probabilmente ha ragione di esistere solamente ai margini della provincia, sia geografica che discografica.

Di solito l’Ep è una sorta di antipasto sonoro dell’ album che lo seguirà. L’anno del toro, l’ep che ha appunto anticipato il vostro disco, suona più rock de Il rumore migliore. Vi sentite più rock o più pop?
Per quanto riguarda le differenze tra i due ultimi lavori posso dirti che le canzoni de L’anno del toro sono semplicemente meno “prodotte”. Se ci pensi. un brano come Lunedì sera potrebbe tranquillamente trovarsi all’interno dell’album. L’ep suona più sporco semplicemente per una scelta stilistica anche piuttosto casuale. Per quanto riguarda la definizione di genere dovresti occupartene tu, io non è che le sopporti molto.

mq3Avete incontrato per la strada vari grandi della musica italiana, da Omar Pedrini a Gianni Maroccolo, che hanno creduto nel vostro talento. Perché Il rumore migliore è stato un disco che ha trovato difficoltà ad essere pubblicato?
Se avessi una risposta a questa domanda, probabilmente sarei stato in grado di orientarmi molto meglio all’interno della discografia italiana rispetto a quanto fatto sinora. La cosa certa è che Il rumore migliore, così come gli altri lavori che ci riguardano, non strizza l’occhio a nessun modo che non sia il nostro modo. È un disco anacronistico per mille motivi a partire dal fatto che è onesto; c’è dentro quello che siamo ed è palese che non siamo quello che la nostra società dell’immagine si aspetta.

Come sono nati brani come La polvere dei giorni e Signora mia dell’Ignoranza?
Come gli altri, dall’esigenza di cui sopra. Ci sono storie che a un certo punto vogliono uscire e che io, molto spesso controvoglia, tento di assecondare.

Come è nata la collaborazione con il quartetto d’archi Fauves?
Volevamo aggiungere al disco il colore degli archi come avevamo già fatto in passato dal vivo. Quindi, dopo aver preparato gli arrangiamenti, Dario, che aveva già collaborato per altre ragioni, li ha contattati. È andata bene perchè oltre ad essere ottimi musicisti sono anche bravissime persone, il che per noi è un’altra caratteristica fondamentale.

Un tuo parere sul sistema di promozione tradizionale e su quello basato sul web…
Ogni sistema ha le sue caratteristiche funzionali. Oggi il web facilita diversi passaggi per promuoversi e la cosa è più che positiva perchè fruibile da chiunque. Diciamo che è un sistema abbastanza democratico.

mq4Il vostro lavoro segue le orme del donationware aperto dai Radiohead anni fa, è una scelta forzata o geniale per chi vuole fuoriuscire dalle gabbie classiche della promozione e della produzione?
Sicuramente è un’alternativa possibile, ma è una scelta forzata, è ovvio. Non sono rimaste tante possibilità, dunque ci si deve ingegnare per fare in modo di dare respiro alla propria arte che è sempre preceduta da tanto lavoro e grandi sacrifici.

A quale gruppo italiano e straniero vi sentite più vicini artisticamente parlando?
Io ho molti amici che suonano o scrivono dai quali apprendo continuamente qualcosa e ai quali spero di dare anch’io un po’ di quello che ho appreso nel tempo. Ecco, io mi sento vicino a loro.

La polvere dei giorni – Preview

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