Due notti di rock contro tutto e tutti. Due notti per urlare in faccia alle prepotenze di sabbia. Storia di ordinaria amministrazione potremmo dire, perchè? Perchè sembra normale mettere i sigilli al posto sulla spiaggia dove un festival avrebbe salutato Giugno con buona musica. Perchè sembra normale togliere una location adducendo anche motivi di ordine pubblico dovuti al “confinante” concerto di Boy George all’Arenile. Niente sabbia tra i capelli e ritorno ai giardini oscuri e magici dell’Area 17, svegliando ancora una volta il sonno degli animali dello Zoo di Napoli per celebrare l’edizione 2010 del mitico Mamamu Rock Fest.
Il consueto appuntamento con la scena musicale underground italiana organizzato dallo staff del Mamamu Live Bar. Ancora una volta bisogna dire grazie a queste persone che, nonostante gli ostacoli infiniti di ogni anno, imperterriti, portano avanti il sogno di ritagliare uno spazio di musica libera in una città dove tutto è sempre più difficile. In un momento storico in cui si cancellano interi capitoli di storia, ristampando sussidiari con ridotto numero di pagine, dove la memoria lunga e breve è una bugia del tempo, si tenta di allontanare il giorno in cui si vieterà il rock come lo swing fu vietato nella seconda guerra mondiale. O come provarono a imbavagliare le radio libere. Grazie a Ciro Matarese & Co. un folto numero di giovani della Napoli ancora in vita ha assistito alle performance di gruppi emergenti al fianco di due progetti musicali interessanti ed acclamati dalla critica: Bud Spencer Blues Explosion e … A toys Orchestra. E’ un caso ma queste due band erano i perfetti rappresentanti di quella resistenza del rock che muta faccia ma persiste da quegli anni sessanta del secolo scorso. I Bud Spencer Blues Explosion hanno incantato il pubblico della prima serata con vortici di assoli e dirompenti stop and go da orgasmi multipli. Il duo romano ha confermato l’ascesa inaugurata sul palco del Primo Maggio di due anni fa. Senza giri di parole: sono la risposta italiana ai The White Stripes. Andrea Viterbini sporca il rock-blues con l’alternative rock di matrice americana (stile Audioslave) in una maniera sublime, in un’altra nazione sarebbe già un’icona da copertina. Viva gli assoli infiniti che sanno di vecchio ma soprattutto di libertà e non di fatua ricerca sperimentale del nulla. Se con i BSBE nella prima serata si è celebrato quel rock hendrixiano, nella seconda serata è stata la volta dell’altro rock di quella rivoluzione, quello dei Beatles e dei Pink Floyd più lisergici e barettiani. La musica degli… A toys orchestra è l’ultima traccia evolutiva delle intuizioni che furono di Lennon e Barret. Il loro show fatto dei classici scambi di strumenti tra i componenti del gruppo ha visto per l’eccezione nella giostra anche Paolo Iocca (deux ex machina dei Blake/e/e/e e Franklin Delano). I brani del repertorio affiancati a quelli dell’ultimo loro capolavoro Midnight talks sono un turbinio di emozioni sonore che avvinghiano lo spettatore in una morsa di momenti pop e rock da brividi. Quella di Moretto è senza dubbio la band del momento come liricità ed attitudine da palco. Oltre a questi due grandi nomi, delle due serate resterà l’entuasiasmo e l’irriverente originalità degli Onirica, il surrealistico rock cabaret di Gino Fastidio, le mirabili intuizioni dei romani Lads Who Lunch, i colori british dei Collettivo, le sonorità imprevedibili e senza tempo dei Mantra Above The Spotless Melt Moon e le presentazioni ironiche e sopra le righe di Alessandro Ricci (SenzaLegge). La settima edizione del Mamamu Rock Fest è stata ancora una volta una sfida riuscitissima nell’ intento di realizzare un sogno di musica di inizio estate.
Losthighways ringrazia e ricorda:
Ciro e Peppe, per la forza e la leggerezza
Carmen, per le incursioni dolcissime agli stand e i super cocktail
Antonella, per i sorrisi e l’allegria
Zappia, per la generosità e la simpatia
Peppe, Daniela, Marianna, gli Onirica tutti, le lampadine fulminate, i quiz ai visitatori e le caramelle
gli EPO e Michele
il FarciSentire, il Rockalvi e l’Atellana, perchè è bello stare così vicini
Rosa e Dino
Luigi e Campania Rock
l’umidità e il pezzo di luna che ha illuminato la notte fonda
la Musica… quella che resiste